L’Abruzzo è considerata un grande museo permanente a cielo aperto. Scoprendo il suo straordinario paesaggio naturale, percorrendone le antiche e signorili città e i millenari borghi arroccati sulle cime, la prima impressione è quella di una regione che è riuscita a conservare molte delle sue caratteristiche originarie.
L'incanto dell'Abruzzo sta nel misurato equilibrio tra natura che domina ancora il paesaggio e la presenza stratificata dell'uomo: ecco allora la teoria di piccoli borghi che punteggiano il territorio, la forza architettonica di chiese, castelli e palazzi, la preziosità delle opere d'arte, le molteplici espressioni dell'artigianato artistico e le millenarie tradizioni contadine e pastorali.
Tutto ciò invita i turisti attenti ad esplorare il territorio abruzzese, alla ricerca di quelle peculiarità che rendono splendida questa regione.
Un territorio variegato di paesaggi naturali in cui mare e monti si uniscono in unico abbraccio: si passa dagli ambienti montani, con nevi perenni e presenza di specie faunistiche rare come orso bruno marsicano, camosci e il lupo, simbolo del parco nazionale della Maiella ai litorali marini caratterizzati da lunghi chilometri di spiaggia, acque limpide e pinete.
La regione offre una vasta gamma di proposte e attività rivolte ai giovani: le lunghe coste delle spiagge fanno di questa regione una delle migliori mete dell'Adriatico con il suo mare meraviglioso che si aggiudica da anni diverse bandiere blu.
LUOGHI DA VISITARE
Santuario Madonna dello Splendore a Giulianova
Santuario della Madonna dello Splendore è uno dei luoghi di culto più frequentati della provincia di Teramo e meta di pellegrinaggi ogni periodo dell’anno.
Il santuario fu eretto nel luogo in cui il 22 aprile 1557 la Vergine apparve ad un contadino.
La leggenda narra che Bertolino, un contadino, mentre riposava sotto una pianta d’ulivo fu accecato da una luce abbagliante.
All’interno di quel fascio di luce vi era la Vergine che chiedeva al contadino di riportare alla comunità la sua richiesta di far erigere un santuario in quel luogo. Bertolino, però, non fu creduto, venne deriso e fu messo in dubbio ciò che lui aveva visto.
La Vergine gli apparì nuovamente, e questa volta, l'uomo si recò dal Governatore per avanzare la richiesta della Vergine. Quest’ultimo, davanti all’insistenza del contadino, preso da un moto d’ira, ordinò ad un servitore di picchiarlo brutalmente, ma la Vergine lo paralizzò e lo rese muto.
Il governatore e il resto della comunità si recarono, allora lì, per vedere con i propri occhi ciò che era stato raccontato da Bertolino.
Fu così che la Vergine si rivelò indistintamente ad ognuno di loro, lasciando sgomenti tutti. Una fonte di acqua pura sgorgò alla base dell’ulivo ed il primo ad essere miracolato da quelle acque fu proprio il servitore che aveva pestato Bertolino che riacquistò l’uso del corpo e della parola.
Fino all’inizio del 1800 il Santuario fu assegnato dapprima alla cura spirituale dei padri Celestini che vivevano nel monastero annesso alla chiesetta, in seguito il Santuario fu affidato alle cure dei frati cappuccini.
I Cappuccini apportarono modifiche e abbellimenti al Santuario: ingrandirono la sagrestia, costruirono un coro, nuove stanze nel Convento e eressero una torre campanaria. Il Santuario, nel corso degli anni, ha subito però ulteriori traversie che ne hanno progressivamente modificato l'impianto originario.
Nel triennio 1989-92, è stato riedificato un tempietto votivo circondato da un’ area verde intorno al terminale acquifero della "sorgente della Madonna" dove i pellegrini possono attingere l'acqua e bagnarsi per il desiderio di guarigione per se stessi o per i propri cari. Il luogo in cui è situata la sorgente è impreziosito da mosaici che raffigurano episodi sacri del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Atri
Piccolo gioiello dell’entroterra teramana, Atri è adagiata su una dorsale fra il Vomano e il Piomba, con una spettacolare vista sul mare, in un territorio inciso dai caratteristici calanchi tutelati dalla Riserva Naturale Guidata “Calanchi di Atri”.
Considerata città di grande prestigio sin dal XI secolo a.C., grazie ai Duchi d’Aquaviva è uno dei borghi più caratteristici della provincia di Teramo.
Atri ha origini antichissime: probabile sede di un insediamento fortificato preromano, fu colonia romana la cui importanza e vivacità sono testimoniate dai numerosi ritrovamenti venuti alla luce in questi anni.
I segni più evidenti della Atri romana sono quelli di epoca imperiale, uno dei momenti di massimo splendore della città. I resti dei monumenti del periodo romano sono moltissimi: al centro della città nella Cripta della Cattedrale è stata rinvenuta una piscina quadrangolare, al di sotto dell’altare.
Nel XIX sec. la città subì un nuovo assetto urbanistico con l’edificazione dei due principali edifici pubblici: il Teatro Comunale, inaugurato nel 1881, e il Palazzo della Città, ora sede del Tribunale, eretto nel 1882, entrambi in stile classicheggiante.
Il monumento, però, per eccellenza è la splendida Cattedrale di Santa Maria Assunta esistente già XII secolo, trasformata e ampliata dal settimo-ottavo decennio del’200. Dal chiostro si accede al Museo Capitolare che conserva pregevoli dipinti, oreficerie medievali e rinascimentali, sculture lignee, una collezione di ceramica abruzzese e tanto altro.
Notevole è la Chiesa di Santa Reparata. A pianta cruciforme, fu eretta accanto alla cattedrale.
Per la sua variegata bellezza e per le molteplici occasioni che offre, Atri è considerata una delle mete turistiche più ambite dai turisti.
Da non perdere la folcloristica notte dei Faugni: ogni anno all'alba dell'8 dicembre, in un mix di tradizione pagana e contadina, vengono accesi e portati in processione alti fasci di canne legati da lacci vegetali, in ricordo dell'usanza dei contadini di accendere fuochi propiziatori prima del solstizio d'inverno.
Civitella del Tronto
Sito nella Val Vibrata, arrocato su una roccia si erge Civitella del Tronto, uno dei borghi più suggestivi nel cuore dell’Abruzzo. Una commistione di storia e arte, posto su di una rupe rocciosa, al di sotto dell’imponente fortezza borbonica che dall’alto tutto domina. La sua fortezza è passata alla storia come l’ultimo baluardo dei Borbone e del Regno delle Due Sicilie; fu l’ultima roccaforte a cadere, il 20 marzo 1861, tre giorni dopo la proclamazione dell'Unità d'Italia alle truppe piemontesi dopo un agguato durato ben 146 giorni.
Ancora oggi è possibile rivivere quel passato glorioso passeggiando per le vie del centro storico adornato da edifici storici abbelliti da portali cesellati. Una delle attrattive del borgo è La Ruetta, la via più stretta d’Italia, che si può attraversare una persona per volta; in passato utilizzata dai soldati che difendevano il Forte, cogliendo di sorpresa il nemico.
Civitella è nota per i suoi numerosi edifici medievali e rinascimentali, le centrali vie, via Mazzini e via Roma che, sono costellate da abitazioni signorili come Palazzo del Conte de’ Ermes, le chiese di San Francesco (pregevoli il rosone trecentesco e il coro ligneo) e di San Lorenzo, il Convento Francescano della Madonna dei Lumi e la stupenda abbazia di Montesanto.
Impossibile non visitare la Fortezza, una delle più importanti opere di ingegneria militare in Italia, al cui interno è stato inaugurato nel 1988 il Museo delle Armi e delle Mappe Antiche che espone mappe, armi e altri cimeli legati alla storia e alle vicissitudini della roccaforte.
Civitella è il luogo da visitare se vuoi trascorrere qualche ora al di fuori del nostro relais.
Campli
Situato su un colle tra le valli dei torrenti Fiumicini e Siccagno, vi è un suggestivo borgo, un vero scrigno di tesori: Campli.
Come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti, ha origini antichissime ma solo nel medioevo raggiunge il suo massimo splendore quando a governarla è la famiglia Farnese.
Il borgo di Campli è considerato una vera e propria città d’arte per la sua ricchezza di monumenti. Passeggiando per le vie della città si potranno visitare la Cattedrale di Santa Maria in Platea, custode di importanti opere artistiche, il Museo Archeologico Nazionale, situato nell’antico convento di San Francesco che ospita i resti della Necropoli di Campovalano, il Palazzo Farnese, mirabile esempio di struttura architettonica risalente al periodo medievale e la Scala Santa, edificata nel 1776 in occasione del Giubileo.
Si tratta di una scalinata di 28 scalini in legno di ulivo, accompagnata da dipinti che raffigurano i momenti più toccanti della Passione di Cristo; infatti andava percorsa dai fedeli in ginocchio al fine di ottenere l’indulgenza plenaria delle colpe, proprio come avveniva sulla Scala Santa a Roma.
Anche Campli ha la sua tradizione culinaria e ha un ricco calendario di sagre e manifestazioni popolari a cui partecipare. Imperdibile, in agosto, è la Sagra della Porchetta: fra le prime sagre nate in Abruzzo e risalente al 1964. A quei tempi era usanza cuocere la porchetta, infilata in un palo di legno, nei forni a legna usati per il pane; ed ancora oggi, i porchettari camplesi, tutti allievi dei maestri della tradizione, approntano la porchetta con i sistemi d'antico insegnamento.